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Blitz - Steve McQueen




Osservando la filmografia di Steve McQueen, è chiaro come il regista abbia sempre scelto di affrontare temi sociali con uno sguardo diretto e senza compromessi. Tuttavia, nel suo ultimo lavoro, prodotto da Apple TV, si nota un cambio di rotta significativo. Blitz racconta la storia di George, un ragazzino londinese che, durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, viene mandato dalla madre Rita (Saoirse Ronan) su un treno per sfuggire al pericolo. Ma George, spinto da un forte legame con la madre, tenta disperatamente di tornare a casa.


McQueen, in questo caso, opta per una narrazione dal taglio quasi fiabesco. Nonostante ci si trovi lontani dalla leggerezza ironica di un film come Jojo Rabbit, la rappresentazione della guerra appare piuttosto addolcita, chiaramente pensata per un pubblico internazionale più ampio. La guerra rimane per lo più in secondo piano, distante, e mai completamente tangibile. Questo distacco rende più facile empatizzare con il protagonista, ma alcune sequenze portano a una sospensione dell’incredulità difficile da sostenere.


Il film, comunque, si regge sull’abilità registica di McQueen, che regala splendide vedute di una Londra devastata e un uso impeccabile della fotografia. Tuttavia, un piccolo appunto va fatto sulla colonna sonora, firmata da Hans Zimmer: nonostante il suo talento, le musiche risultano anonime e non aggiungono il peso emotivo necessario alle scene. Guardando al passato di McQueen, regista di opere come Hunger (2008) e Shame (2011), si nota come in Blitz il tocco incisivo del regista sembri smorzato. Pur trattando tematiche a lui care, come il razzismo, le ingiustizie sociali e le lotte di classe, il film non riesce a raggiungere la stessa intensità, lasciando lo spettatore con la sensazione che l’affondo definitivo non sia mai avvenuto.


Marco Panichella



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