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Anora - Sean Baker

  • LedMark
  • 2 nov 2024
  • Tempo di lettura: 2 min



Grande sorpresa del festival di Cannes di quest’anno, il nuovo film di Sean Baker ci porta nella vita di Ani, una stripper a tempo pieno di 23 anni, che durante un turno di lavoro incontra Ivan, figlio di un grande e ricco oligarca russo che, attratto dalla ragazza, la pagherà per fingere di essere la sua ragazza per una settimana.


Il film parte quindi con una panoramica sul mondo degli strip club americani, ironizzando sulle irrefrenabili pulsioni maschili, e lo fa attraverso un comparto tecnico eccezionale; la fotografia e la gestione delle luci rendono perfettamente le sensazioni della nightlife degli States. La nostra protagonista viene ritratta come una classica ragazza che persegue il sogno americano, finendo per mercificare il proprio corpo pur di raggiungere i suoi obiettivi. Il film poi prosegue focalizzandosi sulla romance fittizia dei due comprimari, che attraverso una vita sregolata, fatta di sesso, droga e alcol, finiscono per sposarsi a Las Vegas.


Ed è qui che la pellicola cambia registro: se durante la prima parte, infatti, il film sembra quasi puntare quasi totalmente sulla forma, rendendo allo spettatore una sensazione di sconclusionatezza, nella seconda parte prende il volo, trasformando un love-drama sociale in una black comedy, animando dei divertentissimi siparietti comici e donando al ritmo un pizzico di tutta la droga consumata nel film.


Un Pretty woman moderno, una profonda critica sociale verso le moderne relazioni umane, veicolate soltanto dalla convenienza, e che, attraverso la spericolata vita da extasi che vive la protagonista, smaschera la patina di perfezione, che cela al di sotto la malinconia e il senso di perdizione delle nuove generazioni. A coronare la pellicola un finale amarissimo, che ci dimostra come nella società moderna, il sentimento puro è decadente ma, per fortuna, non morto.


Marco Panichella

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