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Biancaneve - Marc Webb



A quasi novant’anni dal grande classico che tutti noi conosciamo e che ha dato vita allo studio d'animazione più importante del mondo, torna sul grande schermo "Biancaneve", ma stavolta in versione live action. Un film che ha generato fin da subito una forte ondata di malcontento e perplessità.


Marc Webb dirige Rachel Zegler nei panni della protagonista, Biancaneve appunto, e Gal Gadot nelle vesti della strega cattiva, pronta a mettere in atto qualsiasi sotterfugio pur di rimanere "la più bella del reame". La storia si sviluppa nella maniera classica, se non per qualche particolare che è stato cambiato per mettere in risalto una nuova versione della principessa Disney: forte, indipendente, un'eroina dei giorni nostri - o almeno, queste erano le premesse. Purtroppo, però, le scelte adottate in fase di scrittura cambiano semplicemente il volto della figura maschile: non più un principe azzurro, ma un ladro di nome Jonathan pronto a immolarsi al fianco della protagonista, compiendo comunque le stesse identiche azioni che sarebbero spettate al principe.


Un cambiamento sì, ma solo all'apparenza, regalando allo spettatore una forte sensazione di perplessità. Quindi la domanda sorge più che spontanea: dov’è il cambiamento? Dove sono i valori che avrebbero dovuto far parte della storia? Perché togliere un personaggio per crearne uno nuovo che compie esattamente le stesse cose dell’originale? Un'occasione sprecata. Ma i problemi finiscono qui: la regia è pigra, poco ispirata, con delle scenografie che non sarebbero convincenti nemmeno se stessimo assistendo a una recita di scuola; le interazioni tra i personaggi non sono credibili, si ha come la percezione che neanche gli attori stessi sappiano quello che stanno facendo. Per non parlare delle canzoni, ridondanti, talvolta inutili, come se fossero state aggiunte senza seguire un criterio logico.


Un flusso continuo di suoni e immagini senza un filo conduttore che renda la scrittura della pellicola un'accozzaglia di cose prese e messe lì, sperando che lo spettatore subisca tutto in silenzio. Un film estremamente infantile addirittura per i bambini stessi, i quali dovrebbero essere il target di riferimento. L'unica nota positiva, anche se non al 100%, sono i nani, che nonostante non siano questa grandissima opera di CGI, riescono comunque a regalarci nomenti divertenti e quasi intrattenenti.


Senza troppi giri di parole: l'ultima fatica dello studio americano è un disastro, come purtroppo da molti pronosticato, che vorrebbe essere qualcosa di innovativo, al passo con i tempi, ma finisce per diventare la bruttissima copia del rimpianto capolavoro animato.


Gianmatteo Diprima

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