Hit Man - Richard Linklater
- Sara Cerullo
- 6 set 2023
- Tempo di lettura: 2 min

Richard Linklater, con il suo nuovo film presentato fuori concorso a Venezia, "Hit Man", porta sul grande schermo la storia dall'ordinario Gary Johnson, un professore di psicologia e filosofia dell'Università. Johnson è un uomo solitario che passa facilmente inosservato, ma nel tempo libero coltiva un passatempo singolare: fa l'investigatore sotto copertura per la polizia, spacciandosi da sicario per sventare possibili omicidi.
Il film si ispira alla vera storia di Gary Johnson, pubblicata su un articolo del Texas Monthly del 2001, e adattata da Linklater per il cinema con l'aiuto dell'attore protagonista Glen Powell.
La commedia è brillante, sapientemente scritta e studiata e conserva il tocco esistenzialista di Linklater, affrontando tematiche sull'identità e la personalità attraverso un'ironia magnetica.
Il protagonista stesso, nonostante sia uno studioso del comportamento umano, mostra problemi a relazionarsi e legarsi, risultando a volte freddo e distaccato. Ma quando assume le personalità dei suoi alter ego sicari, dà vita ad una trasformazione non solo fisica ma soprattutto comportamentale, costruendo e adattando il suo personaggio in base al "cliente" che deve incontrare. L’attenta analisi e ricerca del cliente che lo ha assoldato risulta per Johnson un perfetto terreno di ricerca di materiale umano, che comprende la necessità delle persone di essere ascoltate per poter esternare i propri demoni.
Geniale è l'uso della teoria freudiana delle tre istanze che compongono la personalità: Es, Io e Super-Io (in inglese Id, Ego e Super-Ego, da tenere a mente quando si fa l’incontro con i gatti di Johnson). Il professore è talmente padrone della teoria freudiana da riuscire a passare da una natura all’altra solo calandosi in personalità diverse e totalmente distanti da lui.
Ma la sua non è una semplice recita: la compenetrazione nel personaggio è tale che questi rimane affascinato da uno dei suoi alter ego, il mercenario Ron, al punto da arrivare ad una fusione di individualità, che migliora l'indole originale, senza alterarne troppo l'essenza.
Uno degli aspetti romanzati della bizzarra storia di Johnson è la relazione sentimentale con una delle sue clienti, una donna che desidera liberarsi del marito violento. Gary/Ron riesce a convincerla a intraprendere una strada diversa per risparmiarle la galera, ma il caso vorrà che tra i due nasca un forte sentimento, che porterà Gary a diventare, quasi, il donatore di morte che interpreta come hobby.
Linklater gioca sulla figura del mercenario, topos della narrativa poliziesca, mito della cultura pop alimentato da libri e film, con l'intento di divertire e far riflettere.
Il prodotto è ben ritmato, condito dalla recitazione di un Glen Powell divertito, espressivo e convincente, e da una sceneggiatura incrollabile, dove ogni pezzo del puzzle si incastra alla perfezione.
Un film che può tranquillamente diventare un comfort movie, da vedere e rivedere senza mai annoiare.
Sara Cerullo
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