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Capri-Revolution - Mario Martone - 2018



Siamo nella Capri del 1914 e la protagonista del film è Lucia, una giovane capraia di venti anni che, stanca di vivere soggetta al maschilismo ancestrale dei fratelli, si lascia sedurre dallo stile di vita di una comunità di nordeuropei guidata da Seybu. Le loro vite s’intrecciano con quella del dottor Carlo Rocco, socialista e libertario legato agli operai russi in esilio, giunti a Capri sulle tracce dello scrittore Maksim Gor’kij.


Capri-Revolution, di Mario Martone, è un film, come suggerisce il titolo, sul valore rivoluzionario dell’arte che porta ad una rivoluzione interiore e alla libertà personale. Nel film ogni forma d’arte (pittura, musica, danza, letteratura, poesia) è fondamentale e, insieme alla spiritualità, conduce a una conoscenza di se stessi, alla possibilità di esercitare le proprie scelte e di agire secondo le proprie convinzioni. Molte sono state le fonti d'ispirazione artistiche e storiche per il film, una di queste è la comune fondata a Capri dal pittore e utopista tedesco Karl Wilhelm Diefenbach, vissuto sull’isola dal 1900 al 1913. A sua volta al pittore è ispirato il personaggio di Seybu, costantemente alla ricerca di un dialogo con la natura e intenzionato a frenare il potere della scienza e i suoi effetti sull’ambiente.

Martone, con Capri-Revolution, chiude la trilogia dedicata ai giovani e alla ribellione (Noi credevamo (2010) e Il giovane favoloso (2014)), ambientata in un’Italia tra risorgimento e prima guerra mondiale. Attraverso una regia che lascia molto spazio alla natura e all'ambiente che circonda i personaggi, Martone racconta di un periodo storico cruciale e pieno di cambiamenti che travolgono i personaggi. Come afferma Seybu: “Si sente odore di morte. Evidentemente il mondo vuole rinnovarsi, e nulla di nuovo viene senza la morte.”

È un'opera molto posata e riflessiva che necessita di essere assimilata lentamente per essere poi apprezzata completamente.


Sara Cerullo

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